Autosvezzamento in pratica: i consigli del pediatra
Lo svezzamento è uno dei processi che preoccupa maggiormente i genitori: quando iniziare e come fare per evitare errori? Molto spesso i pediatri di riferimento vengono sommersi di domande e richieste di consigli. Il pediatra Stefano Piccolo di SOS BIMBO, tramite intervista, ha risposto alle domande più frequenti per aiutarci a capire cos'è l'autosvezzamento e come funziona in pratica.
Autosvezzamento: cos'è e come funziona?
Lo svezzamento, o anche divezzamento, è un processo naturale presente in tutti i mammiferi. Si sostanzia in un graduale passaggio dall'alimentazione esclusiva basata sull'assunzione di latte, con un'alimentazione complementare ovvero caratterizzata da cibi solidi e altri liquidi. Oggi sempre più spesso viene consigliato e praticato l'autosvezzamento che consiste nel permettere al bambino di svezzarsi da solo, basandosi sulla sua partecipazione attiva, sui suoi gusti e sulla sua naturale curiosità verso il cibo. In tal senso l'autosvezzamento rispetto allo svezzamento precoce e classico, si propone di riscoprire il naturale processo dell'alimentazione complementare evitando prodotti farmaceutici, omogeneizzati, liofilizzati.
Ma come funziona in pratica l'autosvezzamento? Bisogna letteralmente permettere al bambino di svezzarsi da solo ovvero presentargli il cibo (tagliato in maniera sicura) e lasciare che usi le mani per sperimentarne la consistenza, facendo leva sulla sua curiosità e sulla sperimentazione dei vari gusti affinché in maniera naturale introduca il cibo in bocca e inizi a masticare. Secondo il pediatra Stefano Piccolo è importante favorire l'autosvezzamento con cibi solidi e semi-solidi, evitando di eccedere con pappine. Non di rado accade infatti che i bambini arrivino alla soglia dei tre anni senza aver ancora maturato il movimento volontario della masticazione.
Come nasce l'autosvezzamento?
Secondo il pediatra Stefano Piccolo l'autosvezzamento ha un'origine naturale e primordiale. Si pensi alle scimmie e al loro comportamento: dall'allattamento al seno materno passano naturalmente ad assumere ciò che la natura offre, mangiando i cibi offerti dall'ambiente che li circonda. Mentre in passato lo svezzamento avveniva in maniera precoce e si basava soprattutto su prodotti di farmacia, oggi si vive una riscoperta della naturalezza di tale processo grazie soprattutto all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha raccomandato l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita, seguita poi dall'introduzione di alimenti complementari in maniera naturale e rispettosa dei gusti del lattante.
Autosvezzamento: quando e come iniziare?
L’introduzione di alimenti diversi dal latte deve avvenire solo dopo i 6 mesi, a quest'età infatti il lattate è "fisicamente" pronto a ricevere cibi solidi: è avvenuta la maturazione intestinale, lo sviluppo neurologico gli permette di masticare, deglutire e afferrare. Ogni bambino però ha dei ritmi di sviluppo del tutto personali, ecco perché secondo il pediatra Stefano Piccolo per iniziare lo svezzamento bisogna innanzitutto capire se il bambino è pronto. Ecco i quattro segnali fondamentali che permettono di capire quando iniziare lo svezzamento :
- La scomparsa del riflesso di estrusione, ovvero il bambino non espelle il cucchiaio con la lingua
- C'è interesse nei confronti del cibo, ovvero il bambino si spinge verso gli alimenti quando osserva i genitori a tavola
- Sta seduto da solo in posizione eretta
- E' spuntato il primo dentino
Come iniziare l'autosvezzamento? Secondo il pediatra Stefano Piccolo è opportuno che il bambino scelga ciò che vuole mangiare, per tale ragione è possibile partire con la "presentazione dei 5 gusti" ovvero posizionare davanti al bambino 5 cibi dal sapore diverso e osservare le sue reazioni per capire cosa gli piace e cosa no. Un'altra semplice strategia è permettere al bambino di assaggiare i cibi mentre è a tavola con il resto della famiglia, osservando e annotando le reazioni in base al gusto della pietanza.
L'obiettivo di queste strategie è aiutare il piccolo a sviluppare la propria preferenza e le scelte alimentari personali nell’ambito di una corretta alimentazione. In altre parole è giusto favorire un'autosvezzamento basato sui gusti personali della bambina o del bambino, senza però rischiare la selettività alimentare. Non bisogna insistere quando qualche alimento non è gradito, ma la pietanza non accettata va riproposta successivamente con una preparazione diversa.
Come evitare pericoli ed errori?
Secondo il pediatra Stefano Piccolo è importante che i genitori assumano tre importanti consigli per evitare il rischio di soffocamento:
- Partecipare ad un corso di disostruzione pediatrica
- Tagliare correttamente il cibo evitando la forma rotonda o qualsiasi altra forma assimilabile ad un tappo
- Presentare il cibo solo quando il bambino è seduto e mantiene la schiena eretta
L'aspetto sul quale porre maggiore attenzione è proprio la forma del cibo, bisogna permettere al bambino di partecipare attivamente al pasto toccando e pasticciando con il cibo garantendo la sua sicurezza. E' dunque preferibile tagliarlo nella forma di un piccolo grissino sottile. Ciò permette al bambino o alla bambina di tenere con facilità il cibo tra le dita, evitando una forma che potrebbe risultare pericolosa.
Cosa mangiare durante l'autosvezzamento?
Il pediatra Stefano Piccolo ha una risposta molto chiara e diretta: tutto!
Ma ci sono degli accorgimenti sui quali ogni pediatra sarebbe d'accordo. Innanzitutto al bambino va offerta dell'acqua evitando bevande zuccherate, il latte vaccino non è raccomandato e pertanto bisogna preferire il latte al seno. Secondo il pediatra Stefano Piccolo l'allattamento al seno va prolungato il più possibile, anche durante lo svezzamento, finché sia il bambino che la mamma lo desiderano. Infine è utile alternare cibi diversi per sapore, colore e consistenza evitando il sale o utilizzandone il meno possibile.
Non esiste un modello di autosvezzamento unico o menù definiti, l'obiettivo è quello di soddisfare i fabbisogni nutrizionali del bambino e per tale ragione il "cosa mangiare" va discusso e definito con il pediatra curante. Pertanto un prototipo di menù e di autosvezzamento giornaliero che vada bene per tutti non esiste! E' possibile seguire delle semplici indicazioni di buon senso e di corretta alimentazione, infatti il pediatra Stefano Piccolo raccomanda di:
- Mangiare almeno 5 tra verdure e frutti nell'arco della giornata
- Bere latte al seno principalmente la mattina e la sera
- Durante il pranzo mangiare almeno un primo e un secondo
- Di sera, dopo un mese dall'inizio dello svezzamento, mangiare un secondo, un contorno e un frutto
Entro i 9-12 mesi il bambino dovrebbe aver sperimentato un’ampia gamma di cibi e di sapori, abituandosi in modo progressivo a consumare i due pasti principali (pranzo e cena) e uno o due spuntini oltre al latte. Le porzioni devono essere adeguate per l’età e per i bisogni del bambino, ma nessuno oltre il pediatra curante può esprimere queste indicazioni.