Cos'è il Cooperative Learning? Scopriamo il suo significato!
Tra le varie metodologie didattiche quella dell'apprendimento cooperativo è forse la più chiacchierata, non a caso intorno alla sua definizione, al suo significato e applicazione sorgono numerose domande: cos'è il cooperative learning? Qual è la definizione esatta? e soprattutto come si realizza nella scuola primaria, in classe o con alunni con disabilità?
Cooperative Learning: cos'è?
Il cooperative learning è una metodologia didattica che prevede la ripartizione degli studenti e la formazione di piccoli gruppi, all'interno di ogni gruppo gli alunni lavorano in maniera interdipendente per raggiungere obiettivi comuni.
Sono tre le principali caratteristiche del cooperative learning:
Interdipendenza positiva,
Relazione face to face,
Responsabilità individuale.
Per sviscerare il profondo significato di interdipendenza e la definizione stessa di cooperative learning, c’è una celebre frase che tutti ricorderete e che riassume
bene il principio dell'apprendimento cooperativo ed è il motto pronunciato spesso nel romanzo “I tre moschettieri” di Alexandre Dumas:
Uno per tutti, tutti per uno!
La frase, infatti, sancisce un legame stretto tra persone in vista di un fine comune. Ma se vogliamo scavare più a fondo e chiarire una volta per tutte cos'è il cooperative learning, esistono due similitudini molto efficaci di cui ho piacevole memoria e che provengono dal mio bagaglio formativo, non a caso le ho fatte mie e ora le consegno a voi come esempi di cooperative learning:
L’apprendimento cooperativo è come
un’orchestra in cui le parti eseguite dai singoli musicisti producono un unico suono e l’insegnante è il direttore d’orchestra, questa similitudine rende perfettamente l’idea di come il risultato raggiunto dal gruppo sia in qualche misura maggiore della somma delle sue parti;
Il cooperative learning è una nave che
se affonda trascina con sé tutto l’equipaggio. Con questa metodologia didattica, infatti, i membri del gruppo, lavorando su un obiettivo comune, non possono arrivare al successo singolarmente ma solo collettivamente, in altre parole la riuscita personale dipende da quella del gruppo.
Cooperative Learning: esempi per applicarlo in classe
Dopo aver compreso a pieno cos'è il cooperative learning, la sua definizione e il suo significato vale la pena soffermarsi su come realizzarlo in classe.
L’apprendimento cooperativo in classe è una metodologia
particolarmente adatta ai bambini della scuola primaria ma per applicarla bene ed evitare che si riduca ad una semplice attività o lavoro di gruppo è necessario seguire alcuni accorgimenti.
Il primo riguarda la formazione dei gruppi che devono essere eterogenei per competenze e interessi dei bambini, in modo che ogni membro del gruppo possa dare un apporto diverso e allo stesso tempo
indispensabile al raggiungimento dell’obiettivo comune.
Il secondo accorgimento riguarda l’organizzazione degli spazi: i membri di ogni gruppo dovrebbero sedere faccia a faccia e abbastanza vicini da poter condividere i materiali e parlare senza disturbare gli altri gruppi. Per quanto riguarda la divisione dei materiali, invece, è possibile scegliere fra tre opzioni: dare a ogni studente un set completo dei materiali, dare un solo set di materiali per gruppo oppure dare a ogni studente una parte dei materiali.
Alla luce della mia esperienza professionale, per una buona riuscita del cooperative learning, è consigliabile comporre dei gruppi che abbiano un minimo di 3 e un massimo di 5 membri. In gruppi troppo grandi, infatti, si rischia che alcuni studenti si “imboschino” non partecipando attivamente al lavoro di gruppo, con massimo 5
membri invece ciascun bambino deve dare il proprio contributo ed è reso perciò più responsabile.
Lo schema che segue rappresenta un perfetto bilanciamento tra formazione dei gruppi e organizzazione dello spazio.
Ho avuto modo di sperimentare questa metodologia didattica in diverse occasioni, la presentazione di casi e di esempi pratici sono di sicuro la via più efficace per trasmettere dei consigli e favorire un'applicazione ottimale e pedagogicamente fondata dell'apprendimento cooperativo. Tra i vari esempi pratici di cooperative learning che è possibile presentare, descriverò nel dettaglio un’esperienza condotta con 15 bambini della scuola primaria (classe quinta). Si tratta di un esempio di apprendimento cooperativo applicato ad un lavoro di scienze sulla piramide alimentare, suddiviso in 4 step.
Il primo step consiste nel definire degli obiettivi chiari, questi ultimi sono stati così formulati:
leggere il brano di testo;
riassumerlo uno alla volta;
chiarirsi reciprocamente le idee;
realizzare un artefatto iconico (cartellone) sulla piramide alimentare;
Il secondo step consiste nel formare i gruppi: sono stati realizzati 3 gruppi da 5 bambini ciascuno ed è stata realizzata una composizione eterogenea per competenze e livelli. Per questa attività ho scelto dei gruppi informali, la cui durata cioè è limitata al tempo della lezione o dello svolgimento del compito e non si tratta quindi di un gruppo con dei membri stabili per tutto l’anno scolastico. In questo caso i 3 gruppi hanno svolto tutti lo stesso compito.
Il terzo step è dedicato all'assegnazione dei ruoli: sono stati introdotti i concetti di ruolo e d'interdipendenza usando l’analogia con lo sport di squadra, spiegando perché è importante che ogni giocatore faccia il proprio lavoro e cosa accade se si rifiuta di farlo. A questo punto il lavoro di gruppo è stato diviso in parte comune e singola:
Per la parte di lavoro in comune il brano di testo è stato suddiviso in 5 porzioni in modo che ogni bambino potesse leggerne una parte ad alta voce per il gruppo e poi riassumerlo. In questa fase tutti sono chiamati ad una collaborazione attiva aggiustando le spiegazioni, aggiungendo parti omesse, chiarendo i dubbi dei compagni. Alla fine ognuno di alunno ha risposto ad un piccolo questionario.
Per la parte di lavoro singolo ogni studente ha assunto un ruolo interdipendente per la realizzazione dell'artefatto iconico. Nello specifico per realizzare il cartellone, i compiti sono stati così suddivisi: studente 1, disegna la piramide; studente 2, ritaglia da varie riviste gli alimenti; studente 3, incolla negli appositi spazi; studente 4, scrive il testo sul cartellone; studente 5, si occupa della coloritura.
Il quarto step consiste nella divisione dei materiali: è stata fornita un'unica copia del brano da leggere per tutto il gruppo, invece i materiali sono stati divisi singolarmente solo per la realizzazione del cartellone. La scelta è motivata dal fatto che fornire una parte di materiale a testa contribuisce a creare un’interdipendenza positiva perché ciascun membro del gruppo ha bisogno degli altri per terminare il compito e in caso di rifiuto il lavoro non può essere portato a compimento.
L’attività di gruppo con applicazione del cooperative learning, essendo stata svolta in un servizio extrascolastico pomeridiano, non è stata oggetto di valutazione ma ha sortito comunque effetti positivi sul clima relazionale del gruppo, sul proprio senso di autoefficacia e sul rendimento in genere.
Gli alunni erano mossi da una motivazione genuina, non orientata all'ottenimento di un buon voto. Questa è la dimostrazione del fatto che attraverso una applicazione pedagogicamente fondata del cooperative learning è possibile dar vita ad apprendimenti autentici e intenzionali.
Cooperative learning e disabilità
Il cooperative learning, essendo per antonomasia la metodologia che valorizza le differenze, rientra a pieno titolo tra le strategie di didattica inclusiva. Dovendo progettare attività didattiche per piccoli gruppi, infatti, l’insegnante dovrà predisporre il lavoro secondo una diversificazione dei ruoli, dei materiali e degli obiettivi per ciascun membro del gruppo, tenendo conto dei bisogni e delle caratteristiche di ognuno di loro.
Cooperative learning e disabilità: un binomio assolutamente perfetto!
Infatti questa strategia ha un duplice vantaggio per i bambini con bisogni educativi speciali (BES):
incide positivamente sul rendimento scolastico;
favorisce l’integrazione coi pari.
L’uso costante del cooperative learning in caso di disabilità ha anche dei benefici a lungo termine in quanto lo studente con bisogni educativi speciali vedrà ridursi il suo senso di frustrazione e demotivazione derivati dall’uso di strategie didattiche poco adatte al suo funzionamento. L’assunto da cui dovremmo partire quando progettiamo la didattica, infatti, è che essa è realmente inclusiva quando è universale, cioè adatta a tutti e a tutte le esigenze.
Il cooperative learning è particolarmente indicato in questo senso perché è una metodologia didattica che riesce molto bene nell’intento di essere universale.
Benefici del cooperative learning
La letteratura scientifica ha ampiamente dimostrato come questa metodologia didattica abbia numerosi benefici e ricadute positive sui bambini. Gli effetti positivi riguardano innanzitutto le relazioni fra gli studenti che migliorano notevolmente tramite un’interdipendenza positiva sviluppata grazie allo spirito di squadra
e al sostegno reciproco. In secondo luogo gli studenti ottengono risultati migliori, sviluppano capacità di ragionamento più articolate, un maggiore senso di responsabilità individuale e un livello più alto di motivazione.
I benefici riguardano anche il senso di autoefficacia, l’autostima e il benessere globale del bambino.
La cosa più straordinaria, tra i tanti benefici del cooperative learning, è che non aumenta solo la motivazione degli alunni ma incoraggia fortemente anche gli insegnanti, in quanto le attività di gruppo da proporre richiedono una progettazione più approfondita basata sulla differenziazione dei compiti e su consegne precise. Se da una parte quindi richiede una dose di impegno maggiore, i risultati ottenuti saranno sicuramente uno stimolo per l’insegnante che vedrà ripagate le proprie fatiche.
In conclusione penso che nella scuola di oggi gli studenti siano spesso in competizione fra loro e abbiano poche occasioni per lavorare insieme. Credo pertanto che il cooperative learning sia un ottimo metodo per cominciare a cambiare lo stato attuale delle cose. Non auspico un abbandono della didattica tradizionale che ha comunque i suoi benefici, ma l’accostamento a essa di metodologie didattiche, più o meno nuove, altrettanto valide che non siano relegate a poche esperienze isolate ma permeino l’intera programmazione annuale.
È certamente più facile utilizzare una didattica tradizionale ma vale la pena tentare questo sforzo!
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Johnson D. W, Johnson R. T, Holubec E. J, Apprendimento cooperativo in classe. Migliorare il clima emotivo e il rendimento, Centro Studi Erickson, 1996, Trento
Giuseppe BonaseraPedagogista
Sono un pedagogista al servizio del potenziale umano, del bambino come dell'adulto. Sono un esperto nella gestione dei gruppi e propongo attività educative e strategie BES/DSA