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Come si scrivono le lettere in corsivo? Una guida agli approcci didattici

Come si scrivono le lettere in corsivo? Una guida agli approcci didattici

Con l'accesso in prima, didatticamente parlando, i bimbi e le bimbe iniziano un graduale percorso verso l'acquisizione di tre importanti competenze di base:

  1. Leggere;
  2. Scrivere;
  3. Far di conto.

Per ciò che riguarda l'abilità di scrittura, è necessario interrogarsi circa l'approccio da utilizzare basandosi sull'osservazione dei bisogni dei bambini. Alcuni alunni infatti accedono in prima senza aver maturato del tutto i prerequisiti dell'apprendimento, che sono in realtà fondamentali per lo sviluppo della calligrafia

In base ai bisogni della classe è possibile procedere in maniera differente: ci sono insegnanti che insistono maggiormente su stampato maiuscolo e minuscolo (script), altri che preferiscono sin da subito utilizzare il corsivo per la scrittura e lo script per la lettura. Nessuna scelta può essere definita migliore dell'altra, perché gli approcci didattici vengono meticolosamente scelti dagli insegnanti sulla base dei bisogni degli alunni.

Per quanto riguarda la scrittura del corsivo minuscolo e maiuscolo, si tratta di un'abilità che per poter essere correttamente acquisita ha bisogno di metodi d'insegnamento che si soffermino sullo sviluppo di numerose dimensioni: abilità visuo-spaziali, motricità fine, corretta impugnatura, corretta postura e soprattutto direzionalità grafica.

Per direzionalità s'intende letteralmente la direzione che il gesto della mano deve eseguire con la penna per poter scrivere correttamente le lettere dell'alfabeto in corsivo maiuscolo e minuscolo.

Si è soliti ritenere che la scrittura delle lettere dell'alfabeto sia più difficile in corsivo che in script. In effetti nello stampato minuscolo le lettere sono staccate e alquanto semplici da realizzare, invece nel corsivo le lettere si uniscono con tracciati curvi che richiedono sviluppate abilità di motricità fine e gestione del tratto. Dunque per poter permettere ai bambini di sviluppare una buona grafia in corsivo, bisogna seguire delle semplici regole di direzionalità e optare per l'approccio didattico più funzionale in base ai bisogni del bambino. Veniamo al dunque:

Come si scrive l'alfabeto corsivo minuscolo e maiuscolo? Qual è la giusta direzionalità?

E' importante sin da subito educare il bambino alla giusta direzionalità grafica seguendo queste semplici regole che potremmo definire universalmente valide:

  1. Nella scrittura si procede da sinistra verso destra, dunque alle linee orizzontali va impressa questa direzione;
  2. Le linee verticali si scrivono dall'alto verso il basso, ciò vale ad esempio per le lettere in maiuscolo;
  3. I tracciati curvi e semi curvi procedono sempre in senso antiorario (a, c, d, g, o, q).

Nel tempo si sono sviluppati numerosi approcci per la scrittura dell'alfabeto in corsivo minuscolo e maiuscolo, ciò è abbastanza naturale se si pensa al fatto che ogni classe è portatrice di bisogni del tutto unici in base ai bimbi che la popolano. Gli approcci differiscono per alcune componenti nell'insegnamento della scrittura in corsivo, ma tutte rispettano le regole di direzionalità sopra elencate. E' possibile individuare tre principali approcci didattici alla scrittura delle lettere in corsivo

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Approccio classico-elegante

L'approccio classico-elegante è un approccio didattico che punta allo sviluppo della calligrafia, ovvero una scrittura che abbia una forma regolare e molto elegante. Solitamente in questa tipologia di approccio si dà notevole importanza all'aspetto delle lettere, al risultato grafico della scrittura. Infatti gli alunni che vengono formati con questo metodo scrivono le lettere in corsivo in maniera molto precisa e ordinata, ma diventa non funzionale quando si tratta di scrivere lunghi testi.

In effetti tracciare le lettere con quest'approccio richiede tempo e precisione, è molto utile se si tratta di eseguire delle copiature ma, con il passare del tempo, se viene richiesto di eseguire un dettato o di prendere degli appunti la scrittura risulterà rallentata. Questa tipologia di insegnamento la si riconosce dalla mancanza delle "linee di aggancio" davanti alle lettere con cerchi e semicerchi (a, c, d, g, o, q) e dalla presenza di linee miste per le lettere verticali (es. l, b,).


Approccio classico-pratico

L'approccio classico-pratico è un'evoluzione del primo e differisce da quest'ultimo per l'integrazione di una serie di elementi che lo rendevano poco pratico. In effetti il grande limite dell'approccio classico-elegante è proprio la mancanza di praticità, ad esempio l'assenza delle "linee di aggancio" davanti alle lettere con cerchi e semicerchi bloccano la continuità del tratto richiedendo continui stacchi di penna dal foglio, mentre la presenza di linee miste per le lettere verticali rallenta notevolmente la scrittura.

Dunque in questo metodo d'insegnamento delle lettere in corsivo minuscolo e maiuscolo troviamo delle linee di aggancio davanti alle lettere con cerchi e semicerchi, e delle forme morbide e non miste per le lettere verticali. Per la scrittura delle lettere in corsivo con cerchi e semicerchi (a, c, d, g, o, q) sono previste due fasi: prima si traccia la linea di aggancio poi, staccando la penna dal foglio, si traccia il cerchio o il semicerchio. Per capire come scrivere il cerchio e il semicerchio è possibile, per orientarsi, far riferimento alla posizione delle ore nel quadrante dell'orologio: bisogna partire dalle ore 1 e procedere in senso antiorario. 


Approccio funzionale

L'approccio funzionale è il frutto di un'ulteriore evoluzione dei primi due metodi e punta ad un insegnamento delle lettere in corsivo che sia, appunto, funzionale. Con questa tipologia di approccio si tenta un superamento dei limiti sperimentati sia con le lettere in corsivo classico-elegante che classico-pratico, favorendo la continuità del tratto e sviluppando una grafia che risulti bella ed ordinata ma che non causi un rallentamento nella scrittura. Questo approccio si basa sull'osservazione della naturale evoluzione del movimento di scrittura di bambini e bambine ai quali è stato insegnato il corsivo secondo l'approccio classico-pratico.

In cosa differisce l'approccio funzionale? Innanzitutto vengono mantenute le forme morbide e non miste per le lettere verticali, così come per l'approccio classico-pratico, ma rispetto a quest'ultimo c'è una differenza per quanto riguarda la continuità del tratto nella scrittura delle lettere con cerchi (a, d, g, o, q). Infatti, mentre nell'approccio classico-pratico, dopo aver tracciato la linea di aggancio si stacca la penna dal foglio per iniziare a tracciare il cerchio; nell'approccio funzionale questo stacco non avviene: dalla linea di aggancio si procede in senso antiorario per chiudere il cerchio. E' necessario chiarire che questo movimento di scrittura si sviluppa naturalmente in bambini e bambine ai quali è stato insegnato il corsivo classico-pratico, solitamente verso gli ultimi anni della scuola primaria quando l'abilità di scrittura è matura. Si tratta infatti di una naturale strategia di adattamento che viene messa in atto dai bambini per rendere la scrittura più veloce.  

Insegnare sin da subito il corsivo secondo l'approccio funzionale risulta essere molto utile soprattutto con bambini con difficoltà visuo-spaziali o disgrafici i quali, staccando la penna dal foglio dopo aver eseguito la linea di aggancio, non riescono a posizionare in modo preciso il cerchio. Il risultato è una lettera (a, d, g, o, q) non correttamente eseguita, sovrapposta o addirittura staccata dalla linea di aggancio. Ciò può avvenire anche con bambini che non presentano difficoltà o bisogni educativi speciali (BES, DSA), quando si tratta di eseguire un compito che richiede un ritmo di scrittura veloce.  

Facendo sempre riferimento al quadrante dell'orologio, per orientarsi meglio nella scrittura, con quest'approccio le lettere in corsivo con cerchi (a, d, g, o, q) partono dalle ore 9 e assumono una forma meno allungata e più tondeggiante. Dopo aver eseguito la linea d'aggancio e il cerchio si può procedere in due modi:

  1. Non staccare la penna dal foglio e procedere ricalcando il tracciato per un brevissimo tratto. In questo caso il gesto sarà continuo e il bambino potrà procedere velocemente nella scrittura, senza sovrapporre le lettere dato che avrà imparato a scriverle tracciando le linee di aggancio.
  2. Staccare la penna dal foglio per eseguire, ad esempio, la zampa della a o la linea della q e della g. In questo caso nonostante ci sia uno stacco, quest'ultimo servirà da spinta e da aggancio per le successive lettere. Inoltre essendoci già un cerchio tracciato, dunque un punto di riferimento visivo-grafico, non si creano difficoltà spaziali e non si perde la fruibilità;


Con questo escamotage viene rispettata la regola della direzionalità in senso antiorario per i tracciati curvi e semicurvi, ma viene garantita la fruibilità della scrittura. In altre parole la scrittura di parole in corsivo risulta più fluida e veloce, senza dover rinunciare alla continuità del tratto e alla bella grafia. Il fine ultimo dell'approccio funzionale è quello di sviluppare una scrittura che sia fruibile per tutti gli alunni, dunque inclusiva. Per quanto si possa optare per un approccio rispetto ad un altro, ogni alunno con il tempo svilupperà una grafia del tutto personale e unica; resteranno però dei riferimenti importanti come la direzionalità grafica, il rispetto degli spazi, la continuità e la fluidità del tratto che renderanno leggibile la scrittura. L'approccio funzionale dà priorità a queste dimensioni proprio per garantire la futura funzionalità di ogni grafia

Seguendo i principi dell'approccio funzionale sono state costruite le flashcards del corsivo, delle vere e proprie carte dell'alfabeto corsivo minuscolo e maiuscolo che possono essere usate per insegnare a scrivere le lettere o come schede di pregrafismo da stampare, in cui è presente la direzionalità del tratto.

Non è possibile affermare che esista un approccio didattico migliore o universalmente valido! l'insegnamento è sempre soggetto alla libertà del docente, il quale può scegliere il metodo che ritiene più opportuno in base all'osservazione dei bisogni educativi dei suoi allievi e alle esperienze che ha maturato negli anni. Ogni insegnante sa ciò che è meglio per i suoi alunni, bisogna sempre affidarsi alla sua professionalità, alle sue motivazioni e alle sue scelte metodologiche.

Vittoria Mariniello
Vittoria Mariniello Pedagogista specializzata in BES

Sono una pedagogista, mi occupo di bisogni educativi e apprendimenti. Aiuto bambini e bambine a sviluppare il loro potenziale umano e apprenditivo tramite interventi pedagogici.